Ben nota per le sue riserve di caccia, particolarmente famose in tutta Europa, le risorse naturali che la Serbia mette a disposizione dei suoi abitanti e visitatori sono tali che molte specie di selvaggina si trovano a casa, proliferano e fanno della regione un vero e proprio paradiso per i cacciatori. Le zone di caccia d’altronde sono piuttosto estese e dal nord al sud della Serbia, fino alla favolosa pianura di Vojvodina la natura è impervia e florida: niente di meglio per i selvatici che la abitano. La regione della Vojvodina soprattutto è particolarmente apprezzata oggi come ieri: ben nota ai romani che ne avevano fatto riserva di caccia, la zona non era passata inosservata nemmeno all’aristocrazia serba, austriaca e ungherese e leggenda vuole che la Vojvodina è stata in grado di attirare l’interesse di Suleiman I il grande che prima di attaccare Vienna decise di dedicarsi ad una bella giornata di caccia. Insomma una terra ricca e suggestiva che, tanto per fare qualche numero conta 320 riserve di caccia differenti, per un totale di 6.500.000 ettari di territorio riservato alla caccia. Le case di caccia sono invece 150 ma ogni anno aumentano. Costi della selvaggina cacciata e calendario di caccia sono ben regolamentati e si ha nei confronti dei territori di caccia una cura sorprendente: questi vengono gestiti da associazioni di caccia locali che garantiscono agli animali un habitat a cinque stelle e ai cacciatori un angolo di paradiso. E di animali in Serbia ce ne sono davvero di numerosi. Comunemente è possibile dare la caccia al cervo europeo, al daino, al cervo con la coda bianca, al capriolo, alla capra selvatica, al muflone ma anche al cinghiale e all’orso. E’ presente la martora bianca e quella dorata, il tasso, il topo muschiato e lo scoiattolo, il ghiro grigio, il coniglio, la donnola, il lupo, il gatto selvatico e la volpe, lo sciacallo, il cane procione e la puzzola e questo solo per quel che riguarda i mammiferi. Anche il ventaglio di volatili è davvero sorprendente: è possibile cacciare l’airone blu, l’oca selvatica, l’oca granaiola, il germano reale, l’alzavola e il moriglione, l’astore, il francolino di monte, la coturnice, la starna, la quaglia e il fagiano, la folaga nera e la beccaccia, il colombaccio e tanto per non privarsi di niente anche il piccione selvatico, la colombella, la tortora, la tortora turca, la ghiandaia, il corvo comune, la cornacchia grigia e la gazza. Insomma una varietà di selvatici davvero notevole, che giustifica i programmi per il turismo venatorio particolarmente dettagliati rivolti ai cacciatori che desiderano raggiungere la Serbia. Le regole da rispettare d’altronde sono piuttosto severe e i comportamenti richiesti ai cacciatori rigidi e scattano non appena varcato il confine: riguardano i terreni di caccia, il trasporto di ami e munizioni, i permessi per praticare l’addestramento, il calendario venatorio, l’esportazione della selvaggina e molto altro ancora. E’ infatti bene ricordare che il turista cacciatore può praticare la caccia o l’ addestramento dei propri cani esclusivamente attraverso la mediazione di un’agenzia che sia in possesso di tutti i diritti sul terreno. Importante inoltre, una volta scelta la Serbia come meta per il proprio viaggio venatorio, è portar con se la documentazione giusta: tanto per non sbagliare è bene imbustare la documentazione per le armi, per le attrezzature ottiche e per le munizioni che si portano e non dimenticare nemmeno quelle relative ai cani da caccia che si sceglie di portare con sé. Anche durante le giornate di caccia ci sono delle regole da rispettare: è possibile dare la caccia solo a quegli animali presenti nel permesso di caccia e dopo aver ottenuto l’approvazione da parte della guida che segue il cacciatore turista. Infine prima di portar con sé, fuori dal paese trofei, carne o pelle della selvaggina cacciata, dovrà pagare le tasse previste. Insomma normative ferree, comunque non troppo difficili da seguire che vanno a pieno vantaggio dei cacciatori e di quel meraviglioso paradiso naturale che è la Serbia.
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